La festa dei Cavalli del Vino, che si tiene a Caravaca, nella provincia spagnola della Murcia, nasce come pura estrazione popolare mescolando realtà, leggenda, narrazione epica. La tradizione della festa è ambientata in pieno secolo XIII, quando Caravaca si trovava sul confine tra la Castiglia cristiana e il regno dei Mori di Granada e la presenza della Croce a Caravaca aveva già fama di protezione e miracolo. Secondo la tradizione leggendaria si parla dell’assedio del castello la cui custodia era stata affidata all’Ordine dei Templari, durante gli anni 1265-1310.I Mori del vicino regno di Granada intraprendono una spedizione punitiva e di saccheggio. In occasione di una di queste incursioni ammazzano molti cristiani e ne fanno prigionieri altri, anche se alcuni di essi riescono a rifugiarsi all’interno della fortezza. L’assedio viene condotto dai Mori ricorrendo ad ogni tipo di pressione, compresa quella di avvelenare i pozzi d’acqua facendo insorgere epidemie e accentuando i disagi per i cristiani feriti in combattimento. E’ in questa fase che alcuni Templari, particolarmente coraggiosi, riescono ad eludere la sorveglianza dei Mori e arrivano nella località chiamata Campillo, distante qualche miglio e da allora denominata “Campillo de Los Caballeros”. Qui riempiono alcuni otri di vino e beffando nuovamente le linee dei musulmani, introducono la bevanda nel castello e immergono la reliquia della Croce nel liquido per benedirlo, dandolo poi in bevanda agli infermi assediati, che istantaneamente guariscono.La leggenda dell’assedio permane nella memoria popolare come gesta di coraggio e di fede. Allo stesso modo dei romanzi di “frontiera”, quella dei “Cavalli del Vino” si inserisce nel filone dell’epoca cavalleresca e della conquista musulmana.