SARDEGNA/Viaggio nel Medio Campidano

Volano, si rincorrono, danzano, galoppano ma a un certo punto, improvvisamente, cala il silenzio, la luce si affievolisce. L’ora del crepuscolo è un’esperienza tutta da vivere sulle dune di Piscinas o sulla Giara. Le onde si fermano, gli uccelli sono muti. Tutto è immobile come in una fotografia ma racconta il movimento: dalle dune alle sughere, dagli stagni al mare. I viaggi dei venti sono le tracce che possono ispirare una rotta nel Medio Campidano dove strade e sentieri, pietre e alberi, mani e cuori disegnano una Sardegna distante ere geologiche dall’isola che affolla l’immaginario dei vacanzieri estivi, migranti verso luoghi che vivono un mese all’anno. Questo lembo dell’isola è la meta ideale per chi è alla ricerca di vivere un viaggio sentimentale. Vedere non basta in questa terra che coinvolge naturalmente tutti i sensi e va a toccare i lati emozionali legati al viaggio. L’altopiano della Giara e le dune di Piscinas sono due luoghi di atmosfere irripetibili. Nel cuore di Sa Jara si vive in una sorta di magica sospensione: le strade, i paesi, gli uomini sono laggiù e non si vedono; sull’antico vulcano sembra di vivere a metà strada tra terra e cielo, l’orizzonte non finisce mai e si ha l’impressione che Sa Jara potrebbe essere grande come un altopiano africano. Quassù il Mediterraneo assume le sembianze dell’Africa perché i ritmi del tempo sono segnati da albe e tramonti, l’uomo è un ospite e le capanne di pastori sono una delle poche tracce. La vita e il movimento seguono lo spirito libero degli ultimi cavallini selvatici del nostro continente, l’acqua è impermanente come testimoniano i paulis, grandi laghi in primavera, spazi vuoti in epoca di siccità. La strada che si srotola verso il mare s’insabbia nella grande duna di Piscinas. Anche qui, come sulla Giara, si cammina sospesi sulla dorsale di una sabbia leggera e infinita, disegnata e costruita dai venti occidentali. Le tracce lasciate sulle dune non hanno una meta e la loro vita è breve come quella delle farfalle: basta qualche respiro di maestrale per cancellarle.